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Rappresentazione visiva dell'articolo: Manager: sono sempre un valore aggiunto?

Autore: Antonio Scicchitano

Data di pubblicazione: 29 maggio 2019

Manager: sono sempre un valore aggiunto?

Svolgo la professione del consulente finanziario da circa due decadi e se penso a com’è cambiata la figura del consulente finanziario negli ultimi anni non mi sembra vero…

L’avanzata tecnologica e il ribaltamento delle architetture manageriali hanno dirottato il fulcro di questa professione dal “mi gioco il tutto per tutto sulla relazione con il cliente” al “divento il supporto del mio cliente”, in un sovvertimento dell’ordine di priorità in cui la possibilità di offrire la propria guida a un cliente sempre più preparato, e quindi “giustamente” sempre più esigente, diventa una necessità.


Scenari

In un contesto come quello che stiamo vivendo, contraddistinto da mercati difficili, crisi finanziarie, panorama politico incerto, continua evoluzione di normative e regolamenti è sempre più difficile barcamenarsi e fare da sé. Nonostante la robotica auspichi al raggiungimento di una totale autonomia per quel che riguarda le questioni finanziarie, sono tanti i pericoli cui far fronte e far da soli non è la decisione più saggia. In questi ultimi anni non sono mancate le novità ma preferirei parlare di sfide perché dal mio punto di vista hanno contribuito ad accrescere e avvalorare l’importanza insostituibile di figure professionali sempre più qualificate e capaci di supportare i risparmiatori, in una prospettiva di formazione costante e conoscenze trasversali. 


Cosa vogliono i risparmiatori

In un momento come questo l’attenzione dei risparmiatori non può essere orientata all’accumulo del capitale ma anche e soprattutto alla sua protezione. Il vero problema è che ancora oggi pochi italiani sono consapevoli di questa trasformazione in atto e continuano a comportarsi come se nulla fosse cambiato. 


Hard skill o soft skill?

Lavoro, come dicevo, da molto tempo nel private banking ma oggi quello che mi sento dire più spesso dai miei clienti è: "va bene investire ma senza rischi!”

Da qui, si comprende il perimetro della trasformazione di una categoria professionale che deve integrare conoscenze tecniche, elaborando asset allocation, portafogli  sempre più complessi senza prescindere dalle cosiddette soft skill senza le quali sarebbe impossibile gestire la pianificazione finanziaria all’interno del più ampio scenario della gestione dei rischi personali, familiari, professionali, patrimoniali e sociali. 

È in questo contesto che diventa fondamentale il supporto del manager come figura guida e di stimolo non solo come coordinatore e “implementatore” delle politiche aziendali sul territorio.

Il rapporto tra consulenti e manager non sempre è idilliaco, spesso le differenze caratteriali inficiano il rapporto professionale, ma, a mio modesto parere, oggi è fondamentale ricevere dal proprio manager assistenza nell’utilizzo dei nuovi media, formazione sulle tecniche di comunicazione più avanzate, supporto nel marketing sul territorio e nel personal branding e soprattutto un servizio di coaching continuo.

Ricevi tutto questo oggi dalla tua struttura manageriale? 

Se la risposta è no faresti bene ad esigerlo a gran voce perché il mercato sta cambiando molto in fretta e l’obsolescenza professionale è dietro l’angolo. Il manager, parola molto spesso abusata nel nostro settore, deve offrire valore ai propri colleghi e fornire una visione di crescita altrimenti viene percepito come un mero “succhiatore di over”.

 

                                                                                         

 

 

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