
Autore: Antonio Scicchitano
Data di pubblicazione: 01 settembre 2022
E' conveniente diversificare con l'arte?
Che tu sia un investitore d’esperienza o alle prime armi, avrai certamente sentito dire più e più volte quanto importante sia la diversificazione nei propri investimenti. In questo ambito, il settore di cui oggi vorrei parlarti è quello dell’arte: sì, è possibile investire nell’arte, anche se non sono in molti a prediligere questo campo per una serie di motivi che adesso ti presenterò.
La questione del valore. Come saprai, non sempre prezzo e valore di un oggetto coincidono precisamente. Questo è vero soprattutto nell’arte, dove il valore dipende oltre che da fattori intrinseci quali autore, periodo, unicità, soggetto e stato di conservazione, anche (e soprattutto!) dal posto che occupa nella storia e nel presente di chi la osserva, criteri di cui una stima approssimativa come il prezzo non potrebbe tenere conto. Per questa ragione, è molto probabile che un pezzo d’arte acquistato oggi abbia un valore (ed un prezzo) completamente diverso domani, secondo dinamiche difficili da prevedere anche se si è del settore; questo ci porta direttamente al secondo punto.
Alti livelli di rischio. Occorre essere ben informati e conoscere una notevole quantità di regole per padroneggiare al meglio l’arte come strumento finanziario. Come accennavo sopra, il valore dell’arte non è l’unica questione spinosa: anche i tempi e gli elementi esterni che la governano sono poco accessibili ai non addetti ai lavori, come, ad esempio, la piazza d’offerta, la velocità di scambio, le modalità di vendita, la regolamentazione fiscale e il diritto alla circolazione, il gusto del momento e la liquidità sui mercati finanziari.
Competenze e competitività. Dopo queste considerazioni, avrai ormai capito come un’attività di investimento incentrata sull’arte necessiti di non poche competenze, tanto da giustificare un servizio di consulenza specializzata in alcuni casi (art advisory). Questo perché al giorno d’oggi si tratterebbe di competere soprattutto con la generazione dei millennials, notevolmente abili e veloci poiché si dedicano alla compravendita attraverso il web; una buona fetta di questi, poi, appartiene al mondo della finanza, del commercio online e delle start-up, e sono attivi sul contemporaneo e sul design.
Conclusioni: perché investire nell’arte?
L’arte, spesso definita soft power, non è svincolata dalla scena economica e politica, ma al contrario spesso va di pari passo e sottolinea tendenze in corso. Il suo valore come asset alternativo utile alla diversificazione del patrimonio è significativamente messo in luce dall’ingresso in gara del mondo della finanza e della gran parte degli istituti di credito nazionali e internazionali, ora specializzati nell’offrire consulenza sull’arte. C’è chi rimane saldamente ancorato al primato del mattone quale trend di investimento, ed a questo proposito può essere illuminante notare come da un confronto fra il trend dei prezzi degli artisti italiani (più di tendenza all’interno del panorama globale) con l’asset rappresentato dagli indici degli immobili, emerge che tanto sulla scena italiana quanto su quella internazionale le opere d’arte superano il mattone e quasi rasentano il valore dell’oro.
Ovviamente, come ogni cosa anche l’investimento nell’arte cela potenziali pericoli: ad esempio, il rischio di incappare in eventuali falsi, la possibile manipolazione dei prezzi dell’arte verso l’alto, dietro cui potrebbero nascondersi riciclaggio di denaro e trasferimenti di valuta in paesi in cui vigono condizioni fiscali più vantaggiose.
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