
Autore: Antonio Scicchitano
Data di pubblicazione: 22 dicembre 2020
Sapresti come sfuggire a una nuova imposta patrimoniale?
Come sappiamo fin troppo bene, siamo attualmente nel mezzo di una situazione che definire ‘problematica’ è riduttivo, a causa dell’emergenza segnata dalla pandemia, con tutto ciò che questa ha portato con sé, in primis un vistoso peggioramento dell’economia. L’Italia, dal canto suo, partiva in una situazione di svantaggio già prima dell’esordio della pandemia, a causa del forte debito pubblico maturato ad oggi. In virtù di quanto detto, non senza ragione possiamo ipotizzare l’imposizione al più presto di una imposta patrimoniale.
Cos’è un’imposta patrimoniale
L’imposta patrimoniale è un tipo di imposta straordinario che va ad abbattere il patrimonio, nella sua definizione di insieme dei beni mobiliari (conto corrente, deposito titoli, azioni, obbligazioni, titoli di stato, fondi di investimento, ETF ed ETC, gestioni patrimoniali, conti deposito, certificates) e dei beni immobiliari (abitazione, prima casa, seconda casa, negozi, magazzini, capannoni ecc.), sia di persone fisiche che persone giuridiche. Se applicata all’intero patrimonio si parla di imposta patrimoniale soggettiva, mentre se applicata ad una specifica parte del patrimonio si parla di imposta patrimoniale reale. Esiste un caso particolare di imposta patrimoniale reale applicata alla liquidità detenuta sul conto corrente che prende il nome di prelievo forzoso.
I precedenti storici
L’Italia ha già conosciuto in passato l’imposta patrimoniale proprio sotto forma di prelievo forzoso: sotto il governo Amato del 1992, precisamente nella notte tra il 9 e il 10 luglio, venne varata una imposta patrimoniale reale applicata alla liquidità del conto corrente nella misura dello 0,60%. E’ una discreta sommetta: se fai i conti, su un conto corrente di 100 mila euro un prelievo dello 0,60% si traduce in 600 euro.
Rischiamo una nuova patrimoniale?
Diciamolo, nella situazione attuale gli italiani ne hanno viste fin troppe ed il prelievo forzoso è una soluzione che permette di rimpolpare le casse statali in maniera immediata, ma viene attuata in situazioni realmente drammatiche, nei casi in cui lo Stato si trovi proprio sull’orlo di un precipizio.
Purtroppo però, come abbiamo accennato in precedenza, abbiamo un cospicuo debito pubblico che con il Covid può soltanto crescere; si stima che il rapporto debito/PIL si aggiri intorno al 150-160%. Essendo l’Italia un paese in cui il risparmio privato è particolarmente alto, ed essendo i politici interni ed esteri al corrente di ciò, non possiamo purtroppo escludere l’approvazione di una patrimoniale. Ciononostante, è anche vero che seppur siano presenti le condizioni economiche per farlo, lo stesso non si può dire di quelle sociali: la pandemia ha inaugurato una fase di forte stress emotivo e finanziario. Quindi, molto probabilmente il governo potrebbe decidere di non penalizzare proprio al momento presente i cittadini, ma potrebbe farlo in un secondo momento, quando l’economia sarà ripartita e non sarà impossibile vedere un aumento delle imposizioni fiscali.
Come correre ai ripari
Prima di tutto, è bene precisare che in Italia ci sono già diverse imposte patrimoniali in vigore, come l’imposta di bollo sul conto corrente, imposta sul deposito titoli, imposta sugli immobili, tasse di successione, bollo auto. Ma oltre a queste, è possibile ipotizzare anche l’imposizione di un prelievo forzoso. Non è nulla di certo, ma se fosse questa l’ipotesi è bene essere consapevoli e preparati per non esserne eccessivamente danneggiati, lasciando nel conto il minor importo monetario possibile per affrontare le spese della vita quotidiana.
Trasferimento della residenza fiscale
Una delle soluzioni al contempo più efficienti ma anche più difficile da applicare è quella che riguarda il trasferimento della residenza fiscale all’estero. E’ una soluzione legale in tutto e per tutto, che funziona per evitare completamente il prelievo forzoso e l’imposta patrimoniale dello Stato Italiano. Gli svantaggi, però, non sono inesistenti: devi mettere in conto di trasferirti fisicamente nello Stato estero prescelto e rimanervi per circa 183-184 giorni, anche in maniera discontinua; farti supportare da un bravo commercialista poiché esiste il rischio di avere problemi con il fisco italiano se non si eseguono le procedure in maniera corretta; detenere per intero conto corrente e deposito titoli all’estero, e non possedere immobili in Italia; è inoltre conveniente portare all’estero anche la propria famiglia. Insomma, deve valerne davvero la pena, come nel caso di un risparmiatore dal patrimonio davvero notevole, nell’ordine del milione di euro.
Aprire un conto corrente all’estero
Detenere denaro all’estero è assolutamente lecito e legale, ovviamente a patto che si rispetti l’obbligo di dichiararlo al fisco italiano. L’obbligo della dichiarazione scatta al superamento della cifra di 9.900 euro, mentre al di sotto questo importo non sussiste alcun obbligo; in ogni caso, la prudenza in ambito fiscale è sempre consigliabile, quindi può essere conveniente dichiarare sempre qualsiasi importo.
Anche questa, però, non è una soluzione esente da punti critici: può essere d’aiuto per quanto riguarda la diversificazione e riduzione del rischio e per rimandare il prelievo forzoso, ma in virtù della trasparenza bancaria lo Stato italiano è sempre a conoscenza dell’esistenza di un conto bancario estero e di certo non se ne dimentica. Inoltre, considera che il più delle volte è necessario recarsi fisicamente all’estero per aprire un conto e che spesso i costi delle banche estere sono decisamente più elevati di quelli delle banche italiane.
Denaro sotto il materasso?
Un’ulteriore soluzione consiste nell’affidarsi ai contanti. Le limitazioni di questo metodo però sono tante: è necessario limitarsi a qualche migliaio di euro, dal momento che conto che al giorno d’oggi il fisco italiano tende a guardare con sospetto i prelievi di una certa importanza a causa delle norme anti riciclaggio ed anti usura; inoltre, non è consigliabile custodire in casa cifre troppo grosse. Oltre a queste ragioni, bisogna prendere in considerazione che qualora un domani tu volessi rimettere il denaro sul conto corrente, potresti attirare le attenzioni del fisco, e di conseguenza i dovuti accertamenti.
Assegno circolare
Un’altra idea potrebbe essere quella dell’assegno circolare, ovviamente non trasferibile e intestato a se stessi; tuttavia non è escluso che il governo possa includere nella manovra anche l’importo degli assegni circolari emessi ma non ancora incassati.
Anche in questo caso, analogamente a quello dei contanti come detto prima, si ripresenterebbe comunque la problematica di reimmettere il denaro sul conto corrente e i controlli da parte del fisco che ne deriverebbero.
Cassetta di sicurezza
Si può pensare di depositare parte del denaro presente sul conto corrente in una “cassetta di sicurezza”, come un conto deposito o un libretto postale. Intanto, considera che anche in questo caso si renderebbe necessaria l’operazione preliminare di effettuare un discreto prelievo dal conto corrente, con rischi analoghi alle due situazioni che abbiamo trattato sopra. Inoltre, una cassetta di sicurezza è un bene tracciato per cui la Guardia di Finanza o l’Agenzia delle Entrate potrebbero richiederti informazioni sul contenuto.
Titoli di stato, obbligazioni, azioni
Investire in titoli di stato italiani può essere vantaggioso per limitare un prelievo forzoso, in quanto di fatto sottrae denaro al conto corrente; tuttavia non serve ad evitare la patrimoniale, in quanto già adesso i titoli di stato sono gravati dalla patrimoniale annuale dello 0,20% che si applica al controvalore del deposito titoli. La stessa cosa vale per le obbligazioni corporate, e cioè emesse da aziende private, e per le azioni.
Inoltre questa è una delle soluzioni che implicano una maggiore percentuale di rischio: per non pagare la patrimoniale si rischia di perdere una cifra superiore investendo nelle azioni o negli ETF sbagliati!
Lingotti, monete, diamanti
Un altro metodo per diversificare il portafoglio è quello rappresentato dall’oro fisico, quindi monete o lingotti. Ovviamente, la quantità di oro che si acquista dovrebbe essere limitata, per svariati motivi: intanto con transazioni di una certa importanza si attira l’attenzione del fisco, come sappiamo, e inoltre più se ne possiede più sarà arduo custodirlo in tutta sicurezza. Inoltre, devi mettere in conto che l’oro è un bene poco liquido: è facile trovare venditori, ma più difficile trovare degli acquirenti; oltre a ciò, l’oro può facilmente deprezzarsi e paradossalmente potresti rimetterci.
E’ decisamente raccomandabile, poi, evitare i diamanti per la scarsa trasparenza e la mancanza di oggettività nella determinazione del loro prezzo. Come l’oro, anche i diamanti sono dotati di scarsissima liquidità. In conclusione, l’acquisto di oro e diamanti per diversificare il portafoglio non è la soluzione più adatta, in quanto gli svantaggi superano i benefici.
Criptovalute
Al momento le criptovalute godono del vantaggio di essere scarsamente tracciabili da parte dello Stato, ma allo stesso tempo sono un asset decisamente molto volatile. Per questo motivo, il rischio di perdere denaro a causa della loro svalutazione è superiore al potenziale beneficio di evitare una patrimoniale.
Collezionismo
Esistono molti oggetti che, almeno per gli intenditori, possono essere considerati di enorme valore come francobolli, orologi, vini, monete, gioielli ed opere d’arte. Tuttavia, le controindicazioni di questo investimento sono numerose: innanzitutto, occorre essere esperti del settore per non avere fregature ed essere sicuri di acquistare oggetti di valore; ed anche in questo caso, si avrebbe a che fare con oggetti poco liquidi, nonché difficili e costosi da custodire.
Prodotti previdenziali
Una tipologia di prodotti interessante da considerare è rappresentata dai prodotti previdenziali come le polizze vita, i piani pensionistici o altre forme di accantonamento a scopo previdenziale, in quanto c’è un’elevata probabilità che non diventino destinatari di un ipotetico prelievo forzoso, dato che il denaro investito in questi prodotti non è nella diretta disponibilità del risparmiatore. Ovviamente, anche in questo caso esistono dei lati “oscuri”: le polizze sono tendenzialmente prodotti costosi, poco trasparenti e pieni di vincoli, per cui è necessario analizzarli con criterio prima di sottoscriverli: molto più vantaggioso pagare una patrimoniale una tantum piuttosto che ritrovarsi a dover pagare ogni anno salate commissioni. Quindi, ti consiglio di ponderare bene se sia proprio questo il prodotto che può fare al caso tuo e soddisfare il tuo obiettivo finanziario, meglio se con costi di gestione annui contenuti.
La patrimoniale è l’unico rischio?
In realtà, non è detto: potrebbero esserci delle alternative su cui lo Stato potrebbe puntare, in virtù del fatto che il prelievo forzoso è una pratica “poco simpatica”, percepita come invasiva agli occhi dei risparmiatori italiani che, specialmente nel momento attuale, attraversano un momento particolarmente drammatico; l’imposizione di una patrimoniale potrebbe, inoltre, facilmente innescare la fuga di capitali liquidi dall’Italia.
Qualche esempio? Aumenti dell’Iva, o delle imposte sui proventi finanziari; una nuova riforma delle pensioni con l’abolizione di quota 100 e con l’innalzamento dell’età pensionabile; la reintroduzione dell’IMU su prima casa o comunque un incremento delle imposte sugli altri immobili detenuti, come seconde case o immobili dati in affitto; un rincaro dell’imposta di bollo annuale sui conti correnti e sui libretti postali; o un intervento sulle tasse di successione, abbassando la soglia di esenzione ed aumentando l’aliquota.
Conclusione
Giunti a questo punto, è bene precisare un concetto fondamentale: le eventuali misure che potrebbero essere attuate dal governo per sopperire all’emergenza attuale potrebbero avere efficacia fin da subito e molto probabilmente con effetto retroattivo, in modo da evitare la corsa a prelevare il denaro. Quindi, se il tuo timore è quello di essere colpito da una patrimoniale o da un prelievo forzoso, ciò che dovresti fare è agire per tempo, ed analizzare al più presto le soluzioni per ottimizzare il tuo portafoglio finanziario al fine di rimetterci meno denaro possibile.
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