
Autore: Antonio Scicchitano
Data di pubblicazione: 06 febbraio 2020
Contanti, quali insidie per i piccoli imprenditori?
Il 2020 è portatore di importanti novità in campo finanziario. La nuova Legge di Bilancio 2020, infatti, ha introdotto nuove soglie limite per i pagamenti in contanti: 2.000 € a partire dal 1° luglio 2020, che diventeranno 1.000 € dal 1° gennaio 2022, pena il pagamento di sanzioni pecuniarie che vanno dai 3.000 € ai 50.000 € per entrambe le parti che hanno sottoscritto il pagamento. I motivi dietro l’abbassamento della soglia (che in precedenza era pari a 3.000 €) si ritrovano nella necessità di contrastare l’evasione fiscale e il riciclaggio di denaro sporco.
Oltre la soglia prestabilita per legge, i pagamenti possono essere effettuati solo tramite mezzi tracciabili come bonifici, vaglia postali, carte di credito, carte ricaricabili, bancomat, assegni circolari o bancari non trasferibili. Si prescinde dal motivo: si può trattare di un acquisto, di un prestito, ma anche di una donazione tra familiari; le regole alla base non cambiano.
Cosa succede invece nel caso dei pagamenti a rate? In generale, non è possibile eludere la legge effettuando in contanti pagamenti rateali di una fattura superiore a 2.000 €, anche qualora la singola rata non superi la soglia prevista. Ci sono, però, delle eccezioni quando la prassi in vigore per un particolare settore del commercio preveda normalmente pagamenti dilazionati (il caso più banale? il dentista!); deve, però, sussistere un accordo preventivo tra le due parti sull’utilizzo di tale modalità di saldo.
Chiaramente, la caratteristica principale dei pagamenti in cash è proprio quella della non tracciabilità. Ciononostante, non è assolutamente impossibile che il fisco possa rilevare i movimenti di contante: basti pensare al caso in cui le parti sottoscrivano della documentazione, magari appunti di contabilità. I rischi non finiscono qui; bisogna infatti riconoscere che non vi è una grande convenienza nel corrispondere grosse cifre in contanti: pensiamo ad esempio al caso in cui si paghi l’affitto di casa, magari per svariati mesi, e all’improvviso il padrone di casa affermi che nessun pagamento gli sia stato corrisposto. In questo caso, è pressoché impossibile per il locatario dimostrare di aver effettivamente adempiuto al canone d’affitto, e incorre nel rischio di dover pagare una seconda volta.
Anche per quanto riguarda le detrazioni fiscali sono state introdotte alcune importanti novità. A partire dal 1° gennaio 2020, per tutte quelle detrazioni del 19% sono vietati i pagamenti in contanti. Nel caso specifico delle spese sanitarie, possono essere utilizzati i contanti per l’acquisto di farmaci e dispositivi medici (avendo però cura di conservare lo scontrino), nonché per il pagamento di prestazioni mediche pubbliche o private accreditate al SSN. Tutte le spese mediche effettuate presso strutture non accreditate al SSN sono detraibili al 19% solo mediante pagamento bancario o postale.
La mia opinione personale? Personalmente, non amo andare in giro portando con me mazzi di banconote, come spesso vedo fare ad alcune persone munite di portafogli simili a grossi panini imbottiti con l’insalata. La mia è una scelta personale dettata dal bisogno di sicurezza (chi si sente sicuro a muoversi con centinaia o migliaia d’euro addosso?) e di comodità (oggigiorno basta avvicinare la carta al POS e il gioco è fatto, oppure bastano pochi tap sul cellulare e il bonifico è partito). Chiaramente, non voglio demonizzare il denaro liquido, anzi è del tutto normale tenere qualche “bigliettone” a portata di mano per tutti quegli esercizi commerciali che non accettano altre modalità di pagamento.
Quindi per concludere, fermo restando che al di sopra delle soglie fissate dalla Legge di Bilancio 2020 è categoricamente vietato l’utilizzo del contante, vorrei suggerirti di prediligere, quando possibile, i mezzi di pagamento tracciabili se devi affrontare spese di una certa rilevanza: così facendo sarai sicuro di tutelarti da rischi imprevisti.
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